Anima, meravigliosa Anima Mia perduta Amata Regina di questo Regno Il Tuo trono è vacante Anarchia, devastazione Lotte fratricide imperversano Orde impazzite, senza la Tua guida Pensieri ed Emozioni Venerabile Sophia, ritorna Torna dal tuo Esilio Nella lontana terra dell’Oblio Esci dalla Torre di Ferro in cui Il perfido Ego ti ha imprigionato Mostra il Tuo volto Radioso di Bellezza Illuminata Reclama ciò che Ti spetta Siedi al Mio fianco Proclama l’Ordine Fà di questi barbari abitatori un Popolo Poni fine a questa degenere rovina Con le dita della Ragione Con le corde del Cuore Suona per Noi la lira di Orfeo Ammansisci le fiere Scaccia i Demoni invasori Rammentaci dell’Età dell’Oro La dimenticata partitura Della Soave Pacificatrice Armonìa
Come sudario di gelida seta nera mi avvolge questa notte Velato il volto pallido e malinconico della mia Dea La tramontana trascina tra i vicoli deserti di questo borgo antico Selciati lucidati da nuvole troppo basse In cui si riflettono come miraggio i lumi dell’Uomo.
Finestre sprangate, i vivi dormono tra solide mura; inespugnabili prigioni di sogni. Stanotte il vento urla disperato, quasi piangendo: “Svegliatevi!”
“Scendete in piazza, danzate. Vivete, prima che sia troppo tardi” “La notte è gelida, ma guardate quanto è bella” Nessuno ci bada, nessuno ascolta dai letti caldi e comodi;
Gli stessi da cui lasceranno questo mondo
Sono fantasma tra fantasmi di un passato che non tornerà più Una moltitudine di ombre senza pace mi s’agita dattorno Scruto nelle loro orbite vuote Di chi mai ha visto e mai vedrà Di chi ha edificato queste case pietra su pietra Sacrificio su sacrificio, speranza su speranza, illusione su illusione Inguaribile l’esilio dalla loro fragile idea di felicità
Invisibile a qualsiasi sguardo Cammino solo tra queste strade, con il cuore colmo di meraviglia L’unico vivo, l’unico morto; che importa? Come sudario di gelida seta nera mi avvolge questa notte Velato il volto pallido e malinconico della mia Dea
Respiro vento e nicotina E rendo grazie alla Vita
* * *
“Hai sempre agito secondo il tuo senso del bene, fedele a un’etica interiore, anche nei momenti più difficili, a volte sentendoti definire “strano”. Se quella stranezza che ti distingue da tutti gli altri ti fa sentire solo, che cosa ci vuoi fare?” (Richard Bach)
…alzo le spalle, mi guardo intorno e mi ubriaco della bellezza del mio Mondo